Il valore creato da un’azienda rappresenta il risultato delle sinergie intercorrenti tra tutti i soggetti che prestano la loro attività nell’azienda stessa
Appare ovvio che, in riferimento alle attività economiche a chiaro stampo artigianale, le competenze operative assurgono a ruolo chiave nella catena di creazione del valore tanto da conseguire un peso predominante nel processo produttivo.
Prima di descrivere la complessa operazione di Worker BuyOut (WBO) occorre, preliminarmente, operare una puntualizzazione: a volte, il fallimento di un’impresa è imputabile ad una gestione orientata più al risultato di breve periodo, a vantaggio della remunerazione dei top manager, rispetto al raggiungimento di una graduale e duratura posizione di consolidamento sul mercato. Quindi, nonostante la competitività del prodotto/servizio erogato, vi sono delle scelte manageriali capaci di minare la continuità aziendale.Quando si parla di estinzione dell’azienda, il pensiero comune si indirizza, principalmente, verso la perdita di valore subita dagli asset c.d. tangibili, quali i macchinari, gli immobili. Di contro, nell’era della digitalizzazione ed informatizzazione dei processi, assumono un ruolo decisivo i c.d. beni intangibili quali le licenze, i brevetti e il capitale umano inteso, quest’ultimo, come accumulo dell’esperienza e delle tecniche di lavorazione, a volte, difficilmente reperibili sul mercato.
Operata tale puntualizzazione necessaria, appare più agevole comprendere l’operazione di WBO, ossia “l’acquisizione dell’azienda da parte dei dipendenti”. In buona sostanza, gli ex dipendenti dell’azienda cessata si riorganizzano in modo da assumere la qualità di imprenditori che prestano direttamente la loro attività lavorativa nell’azienda stessa. L’operazione in commento trova le sue origini negli USA dove un ruolo cruciale nello schema attuativo è stato assolto dai fondi pensione; sono stati questi soggetti i finanziatori principali dello sviluppo e promozione delle WBO. Il mercato finanziario statunitense è più maturo rispetto al nostro mercato interno e, di conseguenza, è più sviluppata la cultura finanziaria della popolazione d’oltre oceano. Questi due fattori sono determinanti nella scelta di investimento degli operatori, soprattutto, nel capitale di rischio di un’impresa il quale espone in modo maggiore l’investitore rispetto ai più sicuri titoli di Stato.
Inoltre, occorre rilevare che la WBO risulta più efficace all’interno di una procedura concorsuale quale, per esempio, il fallimento capace di esaltarne le potenzialità attraverso alcuni istituti giuridici. A titolo esemplificativo: la deroga all’art. 2560 cc la quale esclude la responsabilità solidale del cessionario per i debiti contratti dal cedente (fallito) ai sensi dell’art. 105 L.F.; la prelazione all’acquisto, attribuita dalla legge (art 11 del decreto “Destinazione Italia”), dell’azienda sottoposta a procedura concorsuale da parte di società cooperative costituite dalle maestranze dell’impresa rispetto ad altri interessati. Per quello che concerne lo schema sottostante l’operazione di WBO, questo si articola in varie fasi:
- elaborazione di un business plan (piano industriale), con la collaborazione di operatori specializzati (associazioni di cooperative ovvero società partecipate dal Ministero dello Sviluppo Economico) fattibile e capace di reinserire l’azienda sul mercato
- costituzione di una nuova società (Newco), spesso con la forma giuridica di cooperativa, attraverso il conferimento a capitale sociale di risorse finanziarie provenienti da varie fonti (delle quali si scriverà in seguito)
- partecipazione della Newco alla procedura concorsuale che ha investito la società in dissesto.
Come prima anticipato, un elemento cruciale per la riuscita dell’operazione è ravvisabile nelle modalità di finanziamento le quali si articolano su due direttrici principali: la prima che si declina nell’utilizzo del Tfr (in caso di fallimento, lo stesso viene erogato dal c.d. Fondo di garanzia Inps, in aggiunta alle retribuzioni maturate negli ultimi tre mesi del rapporto) e dell’anticipazione dell’indennità di mobilità (ex legge n. 223/1991, art.7, comma 5) da parte dei lavoratori; la seconda che consiste nell’entrata in gioco del Ministero dello Sviluppo Economico il quale ha previsto un fondo di rotazione per il finanziamento di progetti formulati da società cooperative (ex legge n.49/1985 c.d. legge Marcora). Quest’ultimi confluiscono direttamente nelle società finanziarie, cooperative partecipate dal Ministero in questione (Soficoopsc e CFI Scpa), che assumono delle partecipazioni nelle Newco create ad hoc per l’operazione. Oltre al sostegno economico, le società finanziarie apportano competenze manageriali nell’ambito della redazione del piano industriale, della reingegnerizzazione dei processi produttivi e della definizione della struttura organizzativa.
Il WBO, oltre a garantire la permanenza del compendio aziendale, è capace di trasformare i c.d. ammortizzatori sociali, misure a sostegno del reddito, in strumenti di politica attiva volti a promuovere e favorire l’occupazione.
Molti sono stati, negli ultimi anni, i casi di WBO che sono riusciti nell’obiettivo fissato dall’istituto: la cooperativa Industria Plastica Toscana che, ad oggi, conta 57 dipendenti oltre un fatturato di 32 milioni di euro, leader nell’imballaggio ecologico; la cooperativa Bolfra, attiva nel settore della falegnameria; Aurora cucine.