Con il comunicato stampa del 18 maggio 2024 il segretario generale FAST Confsal, Pietro Serbassi ha posto l’attenzione su una problematica molto attuale e di grandissima importanza: la compressione da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di un diritto fondamentale per i lavoratori, come quello dello sciopero, previsto dall’art. 40 della Costituzione italiana.
L’occasione è stata l’ordinanza con cui il Mit ha differito lo sciopero nazionale del personale del Gruppo FS Italiane e delle imprese di trasporto ferroviario indetto da alcuni sindacati autonomi per i giorni 19 e 20 maggio 2024.
Giova ricordare che l’individuazione delle prestazioni indispensabili, delle modalità e delle procedure della loro erogazione è sottoposta al vaglio di un organismo indipendente quale è la Commissione di Garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. La relativa legge che regola lo sciopero in questi delicati servizi è la L. 146/1990, integrata dalla L. 83/2000 che rappresenta, nel contesto europeo, una delle norme più restrittive su questa tematica.
La legge 146/1990 ha come incipit un art. 1 che, dopo aver individuato i servizi pubblici essenziali, in quelli volti a garantire i diritti della persona costituzionalmente tutelati (alla vita, alla salute, alla libertà, alla sicurezza, alla libertà di circolazione e alla libertà della comunicazione) esplicita all’art. 2 la ratio dell’intera disciplina, individuandola nella necessità di “contemperare l’esercizio del diritto allo sciopero con il godimento dei diritti della persona, di cui al comma 1”.
Questo delicato filone normativo va collegato e inserito nell’ambito dell’art. 40 della Costituzione che è norma vincolante e con la cui genesi il legislatore costituente ha voluto dare dignità e rilievo alle rivendicazioni sociali. Lo stesso articolo afferma, tra l’altro, che “il diritto allo sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”; per cui appare evidente che il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali vada “riequilibrato e calibrato” con il potere di regolamentazione e precettazione posseduto dagli organi amministrativi.
La visione analitica e lungimirante del segretario generale FAST Confsal, Pietro Serbassi, è stata proprio quella di individuare una “crepa” nel sistema legislativo italiano che regola il diritto allo sciopero nei servizi pubblici essenziali, in quanto se si dovesse lasciare alla discrezione dei vari enti preposti la facoltà di “limitare” l’azione di sciopero dei lavoratori impegnati in questo tipo di servizi, adducendo “motivazioni aleatorie”, slegate dal dettato normativo, ci si troverebbe di fronte a una grave lesione di un diritto costituzionalmente previsto (art. 40 Cost.), con la conseguenza di una pericolosa deriva incostituzionale.
In futuro, come ha evidenziato il segretario generale dell’organizzazione sindacale Pietro Serbassi, sarà indispensabile ridisegnare un nuovo equilibrio tra i sopracitati diritti costituzionali, scevri da qualsivoglia interferenza discrezionale.