DALLA VISIONE DI DONNARUMMA ALLA LEZIONE DI MARCHIONNE: PRIVATIZZAZIONI, BUYBACK E SFIDA DEI SALARI

Durante il recente TEHA Forum di Cernobbio, Stefano Antonio Donnarumma, Amministratore Delegato del Gruppo FS Italiane, ha condiviso importanti riflessioni sul futuro delle aziende partecipate dallo Stato. Smentendo le voci sulla possibile privatizzazione di FSI, ha chiarito che non esiste un mandato definito per tale operazione. Il manager ha evidenziato che, pur essendo in fase di studio l’apertura del capitale del gruppo ai privati, la decisione finale sarà presa dall’azionista pubblico. “Il management elabora strategie, le valuta e le propone”, ha affermato, sottolineando che ogni azione sarà attentamente ponderata. In qualità di esperto nel settore delle infrastrutture pubbliche, ha ricordato i benefici che le partecipazioni statali e le quotazioni in borsa possono apportare, consentendo alle aziende di investire e migliorare senza necessariamente cedere asset strategici.

Le sue osservazioni aprono a un’alternativa alla privatizzazione: il buyback. Questa pratica, che implica il riacquisto di azioni proprie, potrebbe essere una soluzione efficace per il governo italiano, che consentirebbe di mantenere il controllo pubblico su asset strategici come ENAV e Terna, pilastri dell’economia nazionale. Il buyback non solo garantirebbe una governance stabile e in linea con gli interessi nazionali ma fornirebbe anche flussi di dividendi costanti, potenzialmente più vantaggiosi rispetto alla vendita di partecipazioni.

Questa discussione ci porta a considerare il pensiero di Sergio Marchionne, il cui approccio pragmatico è ancora rilevante nel dibattito economico attuale. Marchionne, ex CEO di Fiat Chrysler e Ferrari, aveva già evidenziato nel 2017 che la transizione verso le auto elettriche non sarebbe stata sostenibile senza una revisione del sistema energetico globale. Sottolineava che l’adozione di nuove tecnologie, come l’elettrico, richiedeva un ripensamento dell’ecosistema energetico per evitare di trasferire i problemi ambientali da un settore all’altro. La sua lungimiranza rimane una lezione preziosa nel contesto delle attuali decisioni industriali riguardanti privatizzazioni e buyback.

Prendendo come esempio ENAV e Terna, il buyback potrebbe rappresentare una strategia per mantenere il controllo pubblico su settori chiave, senza compromettere la capacità di investire in innovazione. Nel caso di ENAV, che gestisce il traffico aereo civile italiano, rafforzare la partecipazione pubblica attraverso il buyback garantirebbe sicurezza ed efficienza in un settore strategico. Allo stesso modo per Terna, che gestisce la rete elettrica nazionale, questa pratica potrebbe sostenere la transizione energetica, proteggendo il sistema da pressioni esterne e assicurando un controllo stabile sulle infrastrutture critiche del Paese.

Spostando i riflettori sul mondo del lavoro, emerge un problema urgente: il divario salariale rispetto agli altri Paesi europei. Nonostante sia una delle maggiori economie dell’UE, l’Italia registra salari tra i più bassi del continente, una situazione che genera disuguaglianze e spinge molti giovani talenti a cercare opportunità migliori all’estero. In questo contesto, il ruolo dei sindacati diventa cruciale. I rinnovi contrattuali devono andare oltre incrementi marginali, prevedendo piani di adeguamento che riportino i salari italiani in linea con gli standard europei, per evitare che il divario continui ad ampliarsi.

I sindacati devono inoltre confrontarsi con uno scenario in rapida evoluzione. L’introduzione dello smart working ha creato nuove modalità operative che offrono flessibilità a molti lavoratori, ma non a tutti. Alcune categorie, come macchinisti, capitreno e autisti del trasporto pubblico non possono usufruire di queste forme di lavoro flessibile, rendendo essenziale considerare riduzioni orarie o normative più eque che compensino questa disparità.

Il sindacato ha la responsabilità di rappresentare tutte le categorie di lavoratori, indipendentemente dalle loro possibilità di accedere a nuove modalità lavorative. I negoziati per i rinnovi contrattuali devono diventare un’opportunità per ripristinare dignità e giustizia nel mercato del lavoro, garantendo condizioni adeguate, salari equi e una maggiore protezione sociale per coloro che non possono beneficiare della flessibilità digitale.

Il pragmatismo di Donnarumma e la lungimiranza di Marchionne offrono chiavi di lettura preziose per affrontare le attuali sfide dell’economia italiana. È fondamentale agire con cautela e valutare attentamente ogni decisione strategica, che si tratti di privatizzazioni e buyback oppure di adeguare i piani industriali ai nuovi scenari mondiali. Allo stesso tempo, è urgente affrontare il problema dei salari e delle disuguaglianze nel mercato del lavoro, adottando soluzioni che riflettano le trasformazioni sociali e tecnologiche in corso.

Solo attraverso un approccio coordinato e lungimirante sarà possibile costruire un futuro economico e sociale sostenibile per l’Italia. Le decisioni che saranno prese nei prossimi mesi non riguarderanno solo il controllo delle aziende partecipate, ma influenzeranno anche la qualità della vita dei lavoratori italiani e la competitività del Paese nel contesto globale.

Categoria: L'Editoriale

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Article by: Pietro Serbassi