RISPOSTA ALLA CRITICHE DI LANDINI & C.: IL NUOVO CONTRATTO CONFSAL PER LE PMI MANIFATTURIERE

Le recenti critiche di Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, al nuovo contratto multisettoriale firmato da Confimi e Confsal esprimono preoccupazione per il ruolo di sigle sindacali considerate “non rappresentative” e per la proliferazione dei contratti collettivi. Motivi per cui il sindacalista invoca l’urgenza di una legge sulla rappresentanza. Una richiesta che a dire il vero anche la Confsal sostiene da anni, pur partendo da un punto di vista totalmente diverso. La Confsal, infatti, invoca il rispetto dell’articolo 39 della Costituzione, che garantisce la libertà sindacale, affermando che l’organizzazione sindacale è libera. Senza voler fare i professori, è evidente che ciò significa che ciascuno ha il diritto di creare e aderire a un sindacato senza limitazioni da parte dello Stato. L’unico obbligo per i sindacati, secondo questo principio, sarebbe la registrazione volontaria presso uffici locali o centrali. Un precetto che non è mai stato applicato con una legge organica e che, probabilmente, sarebbe la soluzione a tutti i problemi. I sindacati registrati, infatti, acquisirebbero personalità giuridica, permettendo loro di stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti i lavoratori delle categorie coinvolte e non solo agli iscritti dei sindacati firmatari. E’ proprio in quest’ottica che si evidenzia il contributo che la Confsal sta dando al mondo del lavoro, in particolare con la recente introduzione del primo contratto intersettoriale per le PMI del settore manifatturiero, siglato con Confimi.

Un contratto che ha riscontrato anche un grande interesse bipartisan politico e istituzionale. Cosa che a Landini non è andata giù. Il sindacalista accusa il governo di dare spazio a sindacati come la Confsal, considerati non rappresentativi, e teme una frammentazione che minerebbe la tutela collettiva dei lavoratori. Tuttavia, è difficile comprendere come il leader della Cgil possa stabilire chi è o non è rappresentativo, considerando che l’unico organismo che certifica realmente la rappresentanza sindacale è il CNEL, che valuta la presenza territoriale e le vertenze affrontate.

Quanto al contratto intersettoriale sottoscritto da Confsal e Confimi, esso si distingue per la sua innovazione e visione strategica. A differenza di molti contratti settoriali rigidi, spesso incapaci di rispondere alle esigenze delle piccole realtà imprenditoriali, questo accordo è stato concepito per offrire una contrattazione più flessibile, in linea con le dinamiche aziendali reali. Non solo. Si rivolge prevalentemente alle PMI, che costituiscono il cuore del tessuto produttivo italiano. E un contratto che le rappresenta adeguatamente è essenziale per garantire competitività e occupazione.

La critica di Landini si basa sull’idea che la moltiplicazione dei contratti collettivi crei una concorrenza al ribasso, ma è fondamentale sottolineare che l’attuale modello contrattuale spesso non riesce a rispondere alle esigenze specifiche di determinati settori. Al contrario, il contratto Confimi-Confsal introduce una maggiore responsabilità bilaterale tra datori di lavoro e dipendenti, promuovendo il dialogo e l’adattabilità in un contesto economico in rapida evoluzione.

In merito alla frammentazione contrattuale, è opportuno sfatare il “mantra” secondo cui il numero crescente di contratti sarebbe un problema. La moltiplicazione dei contratti è spesso causata proprio dalla CGIL, che firma più contratti per lo stesso settore. Un esempio emblematico di dumping contrattuale si trova nel settore dei trasporti, dove un’impresa ferroviaria può applicare diversi contratti collettivi con significative differenze nei costi del lavoro. È interessante notare che tutti questi contratti, dal CCNL Mobilità AF al CCNL Autoferrotranvieri e Internaviganti, fino al CCNL dell’autotrasporto e Logistica, vedono la CGIL tra i firmatari.

Le affermazioni di Landini sembrano ignorare un punto cruciale: la contrattazione collettiva deve rispondere alle esigenze dei lavoratori e delle imprese in un mercato del lavoro sempre più diversificato e dinamico. In questo contesto, il contratto Confimi-Confsal rappresenta un passo decisivo verso una maggiore flessibilità e adattabilità, mantenendo intatti i diritti fondamentali dei lavoratori. Il sindacato non può restare ancorato a dogmi del passato, ma deve affrontare le nuove sfide del mondo del lavoro con uno spirito moderno e pragmatico.

Contrariamente a quanto affermato dal sindacalista della Cgil, la Confsal non si presenta come un’alternativa di minoranza o poco rappresentativa. Il nuovo contratto intersettoriale testimonia l’impegno concreto della Confsal nel rispondere alle esigenze specifiche di settori produttivi vitali, dimostrando che anche sigle diverse dalle confederazioni storiche possano svolgere un ruolo significativo nella tutela dei lavoratori.

La rappresentanza sindacale non può essere misurata solo in termini di storicità o dimensioni, ma deve basarsi sulla capacità di offrire soluzioni efficaci per i lavoratori. Con il contratto firmato con Confimi, la Confsal dimostra di essere un sindacato moderno, capace di innovare senza compromettere i principi della contrattazione collettiva.

Un ulteriore punto di contrasto con la CGIL riguarda la contrattazione di secondo livello. Mentre Landini sostiene che la rappresentanza sindacale dipenda dalla capacità di creare consenso e mobilitazione, è altrettanto vero che la contrattazione deve sapersi adattare alle esigenze dei lavoratori nelle diverse realtà aziendali. Anche in questo ambito, la Confsal ha dimostrato la sua forza, mobilitandosi autonomamente, senza il sostegno di altre confederazioni.

Il nuovo accordo intersettoriale pone grande attenzione alla contrattazione di secondo livello, offrendo flessibilità per trovare soluzioni condivise su produttività e redistribuzione salariale. Su questo punto, il contratto precorre i tempi e dimostra che non è necessaria una legge per imporre il salario minimo: un sindacato che svolge efficacemente il proprio ruolo chiede adeguamenti salariali corretti, nel rispetto delle scadenze contrattuali.

In conclusione, le accuse mosse da CGIL e UIL contro la Confsal non solo sono infondate, ma riflettono una visione statica e autoreferenziale della rappresentanza sindacale. Mentre CGIL e UIL attaccano frontalmente, con dichiarazioni dei loro massimi esponenti volte a screditare la Confsal, la CISL adotta un atteggiamento più riflessivo. Questa apertura al dialogo, a nostro avviso, dimostra la volontà di ascoltare anche le altre ragioni e ciò la rende un’organizzazione più democratica e inclusiva.

Il nuovo contratto Confimi-Confsal è un esempio concreto di come un sindacato possa rispondere alle vere esigenze di lavoratori e imprese, trovando il giusto equilibrio tra tutela dei diritti e competitività. È giunto il momento di superare le sterili polemiche e riconoscere che la diversificazione della rappresentanza sindacale può solo arricchire il dibattito e portare soluzioni più efficaci per tutti.

Categoria: Attualità

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Article by: Francesco Menegat