Nel contesto delle prossime celebrazioni del Giubileo del 2025, la Commissione di Garanzia sugli Scioperi ha sollevato l’esigenza di rivedere ancora una volta l’accordo sui servizi minimi essenziali nel settore dei trasporti.
Questo evento, con le sue esigenze particolari e la necessità di garantire servizi per i pellegrini, rappresenta certamente una sfida ma la risposta della Commissione ci porta a una riflessione più ampia e urgente: il diritto di sciopero in Italia è a rischio di limitazioni permanenti? FAST-Confsal intende chiarire la sua posizione su questa questione fondamentale: siamo pronti a confrontarci sulle esigenze straordinarie ma non accetteremo limitazioni definitive che snaturino il diritto di sciopero.
Il diritto di sciopero, sancito dall’art. 40 della Costituzione italiana, non è un semplice privilegio ma una leva essenziale per l’equilibrio delle relazioni industriali e, in ultima analisi, per la democrazia stessa. Questo diritto non può essere trattato come un problema da risolvere, né svuotato di significato. Gli scioperi nei servizi pubblici essenziali, come il trasporto, sono già regolati per legge dal 1990, con la normativa n. 146, per minimizzare i disagi ai cittadini garantendo servizi minimi anche durante le proteste. Tuttavia, quanto emerge dalle ultime decisioni della Commissione sembra un ulteriore passo verso un progressivo irrigidimento normativo, soprattutto nei confronti dei lavoratori del trasporto ferroviario.
Negli ultimi anni, la Commissione ha insistito sulla rarefazione degli scioperi, ovvero sulla distribuzione delle azioni di protesta in giorni distinti, anche facendo leva su delibere precedenti che miravano a impedire la concentrazione di più scioperi nella stessa giornata. Questa impostazione, però, rischia di rendere sempre più difficile l’esercizio del diritto di sciopero, poiché divide e diluisce l’impatto della protesta. Riteniamo quindi che sia più appropriato e rispettoso del principio costituzionale originale lavorare sulla concentrazione degli scioperi in un’unica giornata. Questa modalità, a nostro avviso, rispetterebbe il diritto di sciopero senza compromettere il servizio pubblico ma preservandone, al contempo, l’efficacia.
FAST-Confsal ribadisce la sua volontà di sostenere le esigenze straordinarie come quelle del Giubileo. La collaborazione per assicurare un accesso sicuro e ordinato ai pellegrini durante l’evento è parte della nostra responsabilità sociale. Tuttavia, crediamo che questo non possa giustificare ulteriori restrizioni al diritto di sciopero. Le limitazioni temporanee devono rimanere tali, senza diventare parte integrante di una strategia volta a indebolire il potere contrattuale dei lavoratori nel lungo termine.
Il diritto di sciopero esiste non solo per bilanciare le relazioni tra datori di lavoro e dipendenti ma anche per dare voce alle rivendicazioni dei lavoratori, in un sistema che spesso tende a penalizzarli. Come sottolineato da autorevoli esperti del settore, questo diritto è il principale strumento a disposizione del lavoratore, che attraverso il conflitto ha la possibilità di difendersi dalle pressioni aziendali, specie nel contesto delle privatizzazioni in aumento. Le aziende private hanno strumenti per scoraggiare l’adesione agli scioperi, attraverso pressioni di vario tipo, un’arma che le aziende a capitale pubblico, per fortuna, hanno più difficoltà a utilizzare. La progressiva privatizzazione dei servizi pubblici, infatti, rappresenta già di per sé un pericolo per i diritti collettivi. Limitare il diritto di sciopero in un contesto simile equivarrebbe a indebolire ulteriormente i lavoratori, senza reali contrappesi.
Non possiamo dimenticare che il diritto di sciopero, per sua natura, deve causare disagio per essere efficace. Come FAST-Confsal siamo ben consapevoli che questo strumento va usato con attenzione e responsabilità, poiché ogni sciopero comporta dei disagi per l’utenza. Ma depotenziare l’azione sindacale, privandola della sua capacità di pressione, svuoterebbe lo sciopero di ogni significato. Chiediamo quindi alla Commissione di Garanzia, se lo reputa opportuno, di intervenire anche con il nostro ausilio essendo sempre aperti ad un confronto ed un dialogo in favore dell’interesse collettivo di cui siamo portatori, di effettuare modifiche esclusivamente temporanee senza ulteriori limitazioni permanenti al diritto di sciopero in ragione del periodo durante il quale il Papa concede l’indulgenza plenaria ai fedeli. Lo sciopero è e deve restare uno strumento essenziale per bilanciare un sistema in cui oggi il potere delle imprese è in aumento e spesso tende a sopraffare le istanze collettive dei lavoratori.
Inoltre, è essenziale che la responsabilità sia equamente distribuita. Se è vero che i lavoratori devono agire con responsabilità, è altrettanto vero che le imprese non possono sottrarsi ai loro impegni senza conseguenze. Quando un’azienda non rispetta i patti sottoscritti, è direttamente responsabile di creare le condizioni che portano a nuovi scioperi. Per questo riteniamo che la Commissione debba prevedere sanzioni anche nei confronti delle aziende che, con il loro comportamento, provocano azioni di sciopero. Non si può puntare il dito solo verso i lavoratori senza considerare che, spesso, è la condotta datoriale a innescare il conflitto.
Siamo disposti a dialogare e a trovare soluzioni condivise ma non accetteremo restrizioni durature.
Il nostro appello alla Commissione è semplice: non snaturare lo sciopero ma proteggerlo come parte integrante di un sistema equo di relazioni industriali. Il diritto di sciopero, regolato con equilibrio, non è solo una necessità per i lavoratori ma una salvaguardia della democrazia e dei diritti sociali.