ALLARME VIOLENZA NEI TRASPORTI: ANCORA UN AGGRESSIONE A UN CAPOTRENO DI TRENITALIA-TPER

Un ennesimo episodio di inaudita violenza si è verificato la mattina dello scorso 5 dicembre sulla linea regionale Milano-Bologna, nei pressi della stazione di Fidenza. Ancora una volta, un capotreno dell’impresa ferroviaria Trenitalia-Tper è stato brutalmente aggredito da un passeggero che, sorpreso senza biglietto, gli ha sferrato un pugno in pieno volto, costringendolo a un ricovero in ospedale. Come se non bastasse, l’aggressore ha distrutto il vetro della cabina di guida utilizzando un martelletto frangivetro e ha danneggiato gli interni della prima carrozza, scatenando il panico tra i passeggeri.

Grazie all’intervento coraggioso di due macchinisti di Mercitalia, il passeggero è stato immobilizzato, mentre la polizia ferroviaria lo ha identificato e fotosegnalato. Il capotreno, soccorso tempestivamente dai colleghi, è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Vaio, dove ha ricevuto le prime cure. Secondo quanto riferito dai testimoni, l’aggressore avrebbe colto di sorpresa il ferroviere, colpendolo alle spalle mentre scendeva dal convoglio per una breve sosta.

Questo episodio, però, non è isolato. Nell’arco di 24 ore, altri due gravi episodi di violenza si sono consumati a bordo treno: uno all’altezza di Finale Ligure, sul treno Intercity 633 e uno sulla linea Belluno-Treviso, dove un capotreno è stato minacciato, insultato e sputato. La situazione sta assumendo proporzioni drammatiche e inaccettabili, nonostante l’apertura di tavoli di confronto con le istituzioni, le associazioni datoriali e le imprese ferroviarie. È evidente che non tutti gli interlocutori hanno compreso la portata di un fenomeno che si sta aggravando di giorno in giorno.

Assistiamo quotidianamente a episodi di violenza che, oltre a lasciare cicatrici fisiche, infliggono profonde ferite psicologiche ai lavoratori che li subiscono. Le aggressioni, spesso impunite, colpiscono lavoratrici e lavoratori che svolgono il loro compito con serietà e dedizione e che hanno il diritto sacrosanto di tornare a casa sani e salvi, senza correre il rischio di essere minacciati, malmenati o, come in questo caso, persino inseguiti con una piccozza.

Questi atti incivili non sono solo una ferita al personale ferroviario, ma a tutto il sistema dei trasporti e alla società nel suo complesso. È necessario che le istituzioni e le aziende reagiscano con fermezza, adottando misure preventive e di tutela, come il rafforzamento della sicurezza a bordo e nelle stazioni, accompagnate da pene più severe per i responsabili di simili gesti.

Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai colleghi aggrediti, ma la solidarietà non basta. Come sindacato, siamo stati a lungo tentati di proclamare uno sciopero nazionale per la sicurezza, ma abbiamo scelto, per ora, di non offrire ulteriori alibi a chi preferisce attaccare il diritto di sciopero anziché adottare misure concrete di tutela della salute e della sicurezza di lavoratori e passeggeri. Tuttavia, non possiamo continuare a rimanere in attesa e in silenzio aspettando che ci scappi un morto per ottenere risposte concrete.

Chiediamo al Governo e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) di accelerare le attività dei tavoli anti-aggressione e di adottare misure di rafforzamento della sicurezza ferroviaria, così come richiesto a gran voce da tutto il sindacato. Il personale front-line delle ferrovie non può più essere lasciato solo ad affrontare questa emergenza.

Le “liturgie propagandistiche” non bastano più: è il momento di scelte giuste, utili e coraggiose.

Ogni aggressione non è un caso isolato, ma parte di un mosaico che denuncia una società sempre più divisa e violenta. È tempo di abbassare i toni, ricostruire il rispetto e lavorare insieme.

Categoria: Attualità

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Article by: Maria Brunetti