COMMISSIONE DI GARANZIA E NOTA 25/20: UN ATTACCO FRONTALE AL DIRITTO DI SCIOPERO E ALLA SUA IMPARZIALITA’

La recente delibera n. 25/20 della Commissione di Garanzia, che introduce nuove regole sui servizi minimi nel trasporto ferroviario, rappresenta l’ennesimo attacco frontale al diritto costituzionale di sciopero dei lavoratori. Ma dietro questa decisione c’è molto di più di una semplice regolamentazione: è la dimostrazione evidente di come un’autorità teoricamente terza abbia ceduto ai voleri delle grandi aziende, violando il principio stesso d’imparzialità che dovrebbe garantire.

Tutto è iniziato quando il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane (FSI) ha posto il tema di voler avere gli stessi servizi minimi garantiti di altra azienda competitor nel settore ferroviario.

Anziché avviare un processo trasparente e realmente equo, la Commissione di Garanzia ha scelto la via più semplice, adeguandosi passivamente alle richieste di FSI.

Invece di agire come un ente super partes ha, di fatto, avallato la posizione di un singolo operatore, andando a discapito del diritto di sciopero e della tutela dei lavoratori del settore ferroviario.

Il percorso sano che la Commissione avrebbe dovuto intraprendere era un altro: convocare tutte le parti sociali, metterle intorno a un tavolo e avviare una riscrittura dell’accordo di autoregolamentazione dell’intero settore ferroviario, non intervenire azienda per azienda, creando un pericoloso precedente.

Un sistema in cui ogni singola azienda può avanzare richieste specifiche, con l’Autorità che si adegua senza una visione d’insieme, mina completamente le basi di un corretto equilibrio nel mondo del lavoro e delle relazioni industriali.

Con questa mossa, la Commissione ha spalancato la porta a un sistema in cui le aziende ferroviarie avranno sempre più potere di imporre le loro condizioni, mentre i lavoratori vedranno ridursi progressivamente la loro capacità di contrattazione.

Se si continua su questa strada, sarà sempre più difficile riuscire a chiudere i contratti di settore, poiché le aziende sapranno di poter contare su regole che impediscono ai lavoratori di esercitare il loro diritto di protesta.

Le aziende giocheranno sempre al ribasso, offrendo condizioni sempre peggiori e i lavoratori non avranno nessuna arma per potersi difendere.

Non solo: le aziende potranno tranquillamente portare avanti contratti scaduti per anni, per poi liquidare tutto con due lire di una tantum, senza garantire alcun reale miglioramento salariale o normativo ai lavoratori.

Ci troviamo di fronte a una vera e propria distorsione del ruolo della Commissione di Garanzia che, invece di mediare e garantire un sistema equo per tutti, sta agendo come un braccio operativo delle esigenze aziendali.

Un’autorità che si piega così facilmente ai voleri di una parte non può più essere considerata credibile né legittima nel suo ruolo di garante.

È ora di dire basta a queste ingerenze e di ristabilire un equilibrio che tuteli realmente i diritti dei lavoratori, senza piegarsi alle logiche del profitto delle grandi aziende.

Il diritto di sciopero non è una concessione, è un principio fondamentale della nostra Costituzione.

E nessuna Commissione dovrebbe avere il potere di svuotarlo a favore di chi fa miliardi sulle spalle dei lavoratori.

Categoria: Interventi

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Article by: Danilo Strazzullo