C’è una storia, nel cuore della Sicilia, che parla di ferro, lava e ingegno umano. È la storia della Ferrovia Circumetnea, nata nel solco di un’idea ottocentesca di progresso, e oggi nel pieno di una trasformazione che la proietta verso il futuro, tra le promesse di una rete metropolitana moderna e le incertezze che ogni transizione porta con sé.
L’idea di una ferrovia che cingesse le pendici dell’Etna prende forma nel 1870, in piena età post-unitaria, quando l’industrializzazione cominciava a disegnare nuovi orizzonti anche per il Mezzogiorno. Fu però solo il 23 maggio 1889, grazie all’intervento dell’allora ministro dei Lavori pubblici Giovanni Giolitti, che il progetto divenne realtà. L’incarico per la costruzione venne affidato alla Società Siciliana di Lavori Pubblici e si basava su un disegno ambizioso: connettere Catania alle località pedemontane attraverso un tracciato ferroviario a scartamento ridotto, su binario unico, capace di cingere l’Etna in un percorso circolare.
Quel sogno di compiere il giro completo del vulcano fu poi ridimensionato, e la linea venne configurata secondo il tipo 4 delle ferrovie economiche, sempre a binario unico e scartamento ridotto. Il primo tratto – da Catania ad Adernò, l’odierna Adrano – entrò in esercizio il 2 febbraio 1895. A un ritmo sorprendente per l’epoca, le altre tratte seguirono: il 10 luglio 1898 la ferrovia raggiunse Riposto, completando un percorso di 110 chilometri con una velocità massima di 27 chilometri orari, garantita da 12 locotender battezzate con i nomi dei paesi attraversati.
Il periplo completo non fu realizzato, ma il risultato fu comunque rivoluzionario. Il territorio pedemontano, fino ad allora frammentato e marginale, trovò finalmente una sua connessione interna e un accesso al capoluogo. In pochi anni vennero costruiti 22 ponti, 22 viadotti e 6 gallerie, oltre a stazioni, case cantoniere e rimesse, riconoscibili ancora oggi per le loro tinte giallo ocra e rosso mattone. Era una promessa di modernità che si faceva infrastruttura.
Oggi quella stessa linea vive una nuova stagione. Da ferrovia di fine Ottocento si avvia, tra mille sfide, a diventare metropolitana urbana e suburbana. Cambia il ritmo, cambiano le aspettative, ma resta lo stesso interrogativo: riuscirà la Circumetnea, anche questa volta, a tenere insieme identità, territorio e innovazione?