FONDO PENSIONE EUROFER: L’ ASSEMBLEA DEI DELEGATI APPROVA IL BILANCIO, RINNOVA IL CDA E INTRODUCE NOVITÀ

Con questa rubrica inauguriamo un nuovo spazio de La Voce Trasporti e Diritti, dedicato al confronto diretto con protagonisti, esperti e rappresentanti del mondo del lavoro, dell’impresa e del welfare contrattuale. In un tempo in cui la previdenza complementare è chiamata a rispondere a nuove esigenze di sostenibilità e sicurezza sociale, la nostra prima intervista non poteva che concentrarsi su uno dei fondi negoziali più rilevanti per il settore dei trasporti: Eurofer.

A parlarne è Gianluca Fortunati, delegato all’Assemblea del Fondo, che ci racconta – con la chiarezza del tecnico e l’attenzione del lavoratore – le novità approvate dall’ultima assemblea: dall’introduzione del “Life Cycle” al bilancio, passando per le criticità normative e le prospettive future.

Una testimonianza concreta su come i fondi pensione possano (e debbano) evolvere per essere davvero a misura di lavoratore. Con uno sguardo lucido sui numeri e una proposta chiara per il futuro.

Intervista a Gianluca Fortunati, Delegato all’Assemblea del Fondo Pensione Eurofer


  • Gianluca, mercoledì 30 Aprile in qualità di delegato hai partecipato prima all’assemblea straordinaria e poi a quella ordinaria del Fondo Pensione Negoziale EUROFER, che cosa è emerso?

Si Giuliano, si sono svolte a Roma presso la banca depositaria del fondo, BNP Paribas SA.

L’assemblea straordinaria ha principalmente approvato una modifica allo statuto del Fondo Eurofer, ovvero l’introduzione anche nel nostro fondo della possibilità di adottare per gli aderenti volontari la politica di investimento “life cycle” piuttosto che la scelta dei comparti di investimento (dinamico, bilanciato o garantito). Il life cycle è stato già introdotto da anni in altri fondi negoziali, è una sorta di PPI (PERCORSO PREVIDENZIALE IDEALE) definito anche “pensione intelligente”, ovvero un algoritmo (o uno schema predefinito) con cui la posizione nel fondo viene trasferita in automatico tra comparti o combinazione di comparti in funzione dell’età dell’aderente. Questo per evitare scelte emotive, neutralizzando il rischio tempo al crescere dell’età aderente. Personalmente visti gli accadimenti degli ultimi cinque anni, tra pandemia, guerre, inflazione, guerre commerciali, ritengo l’adozione dell’offerta lice cycle uno strumento utile ai giovani e meno giovani aderenti volontari, già nell’ assemblea dell’Aprile 2022 proposi l’adozione di un PPI proprio sulla scia degli eventi che avevamo alle spalle e che stavamo affrontando.

  • Sarà possibile entrare e uscire liberamente dal Life Cycle?

                                                                                                                                                                                                                         Si, come per l’attuale cambio comparto la permanenza minima è di un anno. Per i nuovi aderenti dal 2026 che non sceglieranno il comparto, l’adesione sarà automatica verso il life cycle.

  • Ci sarà un aumento dei costi per gli aderenti?

Il Fondo Eurofer in generale ha dei costi contenuti rispetto a fondi aperti o PIP, l’ISC 35 anni (indice sintetico di costo) per i comparti standard va dallo 0,16% del Dinamico allo 0,22% del Bilanciato fino allo 0,59% del Garantito (fonte COVIP), quest’anno l’intera quota associativa è stata restituita agli aderenti sotto forma di quote. L’implementazione del “Life Cycle” ovvero i cambi programmati di comparto e la diversificazione avrà degli oneri irrilevanti legati per lo più al periodico cambi di comparto programmati, ma il primo cambio da programma è previsto dopo i cinquant’anni di età, fino ad allora sarà investito tutto sul comparto dinamico. Comunque dall’ autunno partirà la campagna di informazione dedicata.

  • Dall’assemblea ordinaria invece cosa è emerso di rilevante per gli associati?                   

E’ stato approvato il bilancio 2024 che si è chiuso con attivo netto destinato a prestazioni pari a 1,66Mld di euro, può sembrare poco rispetto a fondi pensione quali PREVINDAI (dei dirigenti di Confindustria) o COMETA (dei metalmeccanici), prossimo a 15 MLD quello dei manager mentre si avvicina ai 14 MLD quello dei metalmeccanici. Sebbene Eurofer abbia festeggiato 25 anni, la contribuzione effettiva è di qualche anno in meno e c è stata una certa ritrosia nell’aderire, c’è da dire inoltre che i manager guadagnano di più e i metalmeccanici sono molti di più dei ferrovieri. Si pensi che nel 2020 il numero degli aderenti volontari (con TFR e contributi) era poco più di 37000 mentre nel 2024 si è approcciata quota 52000 rispetto ad un bacino di potenziali aderenti che sfiora 100.000 di cui quasi  93000 risultano iscritti nelle varie forme. Al 2024 circa 35000 sono aderenti contrattuali (con 100 euro di contributo) e sono oltre 5000 gli aderenti taciti che versano solo il TFR (nel comparto garantito), altri risultano iscritti senza versare. Maggiore è l’adesione piena e la contribuzione minori sono i costi gestionali e finanziari per ciascun aderente e pertanto maggiore è la redditività. Secondo i dati della Covip in media i fondi pensione negoziali hanno registrato un rendimento del 6% annuo nel 2024, i fondi pensione aperti del 6,5%, le unit linked dei PIP “nuovi” del 9%, mentre le gestioni separate dei PIP “nuovi” hanno registrato 1,4%. I comparti del fondo Eurofer hanno registrato rendimenti positivi e superiori alla media di settore, in particolare per il Bilanciato (7,05%) ed il Dinamico (11,60%), il Garantito destinato parcheggio aderenti contrattuali FS, silenti e aderenti prossimi a riscatto ha segnato il 2,62%.

  • Sul fronte della gestione e delle prestazioni, ci sono novità?

Dal 01 Gennaio 2025 la responsabilità della Funzione Finanza è stata affidata dott. Andrea Mattei, mentre il CdA in scadenza è stato rinnovato con approvazione all’unanimità dell’unica lista di candidati pervenuta sia da parte datoriale che sindacale. Sul fronte prestazioni, ho pressato fin dal mio insediamento per introdurre una polizza TCM/TIP come prestazione accessoria, ovvero una copertura caso morte o invalidità il cui costo (detraibile al 19%) e nell’ ordine dello 0,2%-0.45% della RAL, garantirebbe un premio ai familiari in caso di premorienza dell’aderente o allo stesso in caso di invalidità. Una polizza che ad un costo irrisorio (per chiunque se ne faccia carico, aziende, fondo o aderente) fornirebbe un contributo e un sostegno tangibile a lavoratore in caso di invalidità o alla famiglia in caso di premorienza.

Il CdA nella seduta di Giugno 2024 ha avviato un’analisi delle coperture accessorie attivabili ed integrative rispetto a quanto eventualmente già in essere per l’individuazione di una proposta tecnico-operativa efficace ed efficiente che ne consenta l’attivazione ma nonostante gli approfondimenti successivi anche tramite società di consulenza, il CdA in scadenza non se l’è sentita di sottoporre all’assemblea straordinaria tale modifica statuto, un occasione persa, spero solo rinviata alla prossima consigliatura, magari la polizza visto il costo irrisorio (praticamente un ticket restaurant al mese) e le coperture offerte, potrebbe trovare spazio nel quadro del rinnovo contrattuale delle Attività Ferroviarie. Proprio oggi è deceduto un giovane collega trentacinquenne lasciando due bambine giovanissime, se fosse stata vigente la polizza TCM la famiglia nella disgrazia avrebbe ricevuto un sostegno economico di circa 350.000 euro.

  • Alla luce dell’esperienza maturata nel contesto della previdenza integrativa negoziale, e in particolare nel Fondo Eurofer quali miglioramenti apporteresti per quanto di competenza delle parti istitutive?

Nel fondo ci sono aderenti di vari contratti dalle Attività Ferroviarie a Gruppo FSI, dall’ANAS a Italo, ci sono contratti in cui le aziende versano il 2% dell’intera RAL a quelli a cui versano l’1% del salario base. Sarebbe opportuno che nei rinnovi contrattuali si vada per tutti i contratti a fare riferimento all’intera RAL che è poi il montante rispetto cui si versano i contributi obbligatori all’INPS e sarebbe anche un riconoscimento alla famosa produttività resa.                                                                                                       Non mi dispiacerebbe nemmeno che l’assemblea dei delegati per dare maggiore fiducia e trasparenza agli aderenti venisse eletta direttamente dagli aderenti, potendo scegliere direttamente i propri delegati e non limitarsi alla lista.                                                           

Nei ruoli paga editi da Ferservizi, sarebbe opportuno comparissero i contributi datoriali a fondo pensione.

  • E invece dalle istituzioni cosa gradiresti a favore della previdenza integrativa?

Ovviamente una minore tassazione dei rendimenti per i prodotti previdenziali, una modifica in pejus del mio coetaneo Matteo Renzi nel 2014 ha abolito la tassazione all’11% per i rendimenti della previdenza integrativa, attualmente al 20% per prodotti azionari e 12,5% titoli di stato.                                                                                                                                                                                            Non sarei nemmeno contrario ad una adesione forzata al fondo pensione negoziale all’atto dell’assunzione, salvo concedere dodici mesi per destinare diversamente il proprio TFR. Una forma più democratica e inclusiva, sarebbe l’introduzione della formazione obbligatoria in materia previdenziale e fiscale come avviene per salute e sicurezza sul lavoro.

  • Hai detto che c’è stata una certa ritrosia ad aderire al fondo Eurofer, da cosa ritieni sia dipeso?

In generale in Italia l’adesione ai fondi pensione è attualmente nell’ordine del 37%, nel caso di lavoratori dipendenti si avvicina al 40%, ma se poi si vede chi versa contributi oltre al solo TFR siamo nell’ ordine del 30%, e ormai la previdenza complementare è diffusa da quasi trent’anni, insomma in sostanza la ritrosia ad aderire ai fondi pensione non è solo dei ferrovieri ma è culturale. Gli italiani sono o per lo meno erano, un popolo di risparmiatori, ormai da anni i salari sono quantomeno stagnanti non consentendo di essere grandi risparmiatori e quei pochi diffidano dei fondi pensione e della previdenza, un pò è scarsa cultura in materia finanziaria, probabilmente non c’è molta fiducia sulla gestione dei fondi e si preferisce il classico TFR destinato all’INPS con un rendimento certo. A spanne negli ultimi venti anni la non adesione al Fondo Eurofer ha permesso alle aziende coinvolte di risparmiare circa 200 MLN di euro, i lavoratori ne hanno persi molti di più.

  • Ma perché una lavoratrice o un lavoratore dovrebbero aderire alla previdenza integrativa e in particolare al Fondo Eurofer?

La matematica non è un’opinione e la prima forma di investimento è il risparmio. Al di là di quello che si professa, il fondo pensione servirà si a integrare l’utopica pensione obbligatoria INPS, ma va anche collocato tra le forme di investimento in cui si sommano contributi datoriali, TFR e contributi del lavoratore, ogni mese, a cui si aggiungono i vantaggi della deducibilità fiscale dall’imponibile IRPEF. Un giovane lavoratore con una carriera standard che aderisce oggi al fondo, sfruttando tutto e ottimizzando, potrebbe accumulare all’ atto del pensionamento 600/700.000 euro, una parte potrebbero essere utilizzati per accedere alla RITA o alla pensione anticipata. Certo deve essere in condizione di poter privarsi di qualche cento euro dal reddito mensile netto. E’ sempre possibile chiedere un anticipo per spese mediche e nulla vieta che decorsi otto anni dall’adesione, l’aderente possa richiedere l’anticipo per acquisto casa o ristrutturazione o per futili motivi, anche più volte, e altresì è possibile reintegrare gli anticipi percepiti recuperando le tasse pagate. Anche un lavoratore che versasse a fondo pensione il minimo, rispetto a chi destinasse il TFR al Fondo Tesoreria INPS, si troverebbe solo in termini di capitale netto un guadagno di almeno +1000,0€ per ogni anno di adesione volontaria.

  • Quali azioni il Fondo mette in campo per promuovere l’adesione volontaria?

Negli ultimi anni, c’è stato un effettivo, qualificato e puntuale impegno a promuovere l’adesione. Campagna social, mezzi di comunicazione e formazione in modalità sia webinar che in presenza. Anche nel 2025 ci saranno sessioni di formazione webinar per aderenti e non, formazione in presenza per aziende e delegati in molte città gi programmate (RM, NA,TO, GE, BO, MI, RC, FI, PA, UD, VE) e altre work in progress.

  • Quali saranno i tuoi prossimi passi all’interno dell’assemblea di Eurofer?

Il mio mandato come delegato volge al termine, queste ultime salvo eccezionalità sono state le ultime assemblee di questa consigliatura e personalmente ritengo si vada concludendo anche la mia esperienza come delegato nell’ assemblea del fondo Eurofer, ovviamente resterò aderente.

Categoria: L’Intervista

Tags:

Article by: Giuliano Parmiani