Nel cuore di una Napoli viva e partecipe, la Confsal ha celebrato l’8ª edizione della Giornata del Lavoro in Piazza del Plebiscito. Non una semplice ricorrenza, ma una chiamata all’azione, un manifesto civile contro l’inerzia sulle grandi sfide del nostro tempo: salari troppo bassi, sicurezza negata, impatto dell’intelligenza artificiale, inclusione disattesa, welfare da reinventare.
Sul palco, il segretario generale Angelo Raffaele Margiotta ha dettato la linea con un discorso appassionato e diretto. La proposta: un Patto del Lavoro per il Lavoro. Non un ennesimo slogan, ma cinque impegni concreti per costruire un’alleanza credibile tra le parti sociali e lo Stato.
Il Patto Salariale, per rimettere in piedi il potere d’acquisto dei lavoratori italiani. Un Piano Straordinario per la Sicurezza, per fermare la scia quotidiana di sangue. Un Patto Deontologico sull’Intelligenza Artificiale, che rimetta la persona al centro dell’innovazione. Un Patto per la Disabilità, per garantire accesso e dignità. E un Patto per il Welfare, per accompagnare famiglie e lavoratori lungo tutto il ciclo di vita.
Parole? No, azioni. Margiotta ha chiesto accordi vincolanti, ha accolto con favore i fondi stanziati dal governo sulla sicurezza, ma ha rilanciato: serve un’Agenzia unica presso l’Inail per coordinare prevenzione e vigilanza. Ha poi illustrato il Decalogo sulla Sicurezza, dieci proposte operative per passare dalla logica dell’emergenza a quella della prevenzione partecipata. Un’idea di lavoro come progetto di vita, non come trappola mortale.
Il governo ha iniziato a rispondere, facendo proprie alcune misure del decalogo e annunciando un piano straordinario su investimenti, controlli, formazione e sensibilizzazione scolastica. È un primo segnale, ma la strada è lunga.
Applausi convinti anche per l’intervento di Pietro Serbassi, segretario generale FAST-Confsal, che ha rotto gli schemi della ritualità: “La sicurezza non può essere un tema da Primo Maggio. Deve essere una priorità quotidiana per istituzioni e imprese”. E ha incalzato: “Non accetteremo più che venga trattata come un costo da tagliare. Ogni lavoratore ha diritto di tornare a casa sano e salvo. Servono controlli veri, formazione continua, responsabilità chiare e sanzioni efficaci”.
Serbassi ha rilanciato l’idea di un piano nazionale per la sicurezza, con più ispettori, risorse stabili, cultura della prevenzione. Un cambio di paradigma non negoziabile.
La Piazza del Plebiscito ha ascoltato parole nuove. E ha capito che la Confsal non cerca applausi, ma soluzioni. Le sfide del lavoro si vincono con coesione, proposta e forza delle idee. E di certo, alla FAST-Confsal, le idee non mancano. Né il coraggio di sostenerle.